giovedì 29 ottobre 2015

Superleggera !!!

Questa volta vi parlo di una bicicletta che cronologicamente possiamo collocare verso la fine degli anni 30.
Un mezzo eccezionale, in molti sensi.
Iniziamo dal più eclatante:  kg 8,4 così come la vedete in foto
Concepita sicuramente per le prove contro il tempo, vanta un telaio costruito con i tre tubi principali di 25mm di diametro, senza utilizzare congiunzioni, neppure per la testa forcella !
Le misure del telaio sono 49 c/c vert. per 52.5 c/c orizz.
Questo richiama alla mente un famoso telaista torinese, il cui cognome comincia con una B .......
I forcellini posteriori hanno l'innesto della ruota verticale come sulle biciclette moderne e le ruote sono montate con cerchi Busso- Venaria di 22mm di sezione,
28 fori l'anteriore e 32 il posteriore.
Fate caso a quanto la ruota posterriore sia "sotto", rispetto ad una bici della stessa epoca !
I mozzi sono Siamt interamente in duralluminio. Anche i galletti sono Siamt.



Cambio con r.l a 3 velocità con funzionamento simile al Simplex Campione del mondo....sul gambo è presente una B....almeno sembra !

guarnitura con ingranaggio concavo a 49 denti, braccio della pedivella con fresature di alleggerimento.
pedali sheffield
  










 Sella con telaio in duralluminio













reggisella diametro 22mm













Notate il ponticello minuscolo a cui è attaccato il freno !!

Particolarissimi i freni.
In duralluminio senza possibilità di regolare i pattini, gli anteriori hanno un perno laterale che scorre dentro un'asola, mentre i posteriori hanno due "alette" sempre laterali che si appoggianosui foderi posteriori, che servono a non far sbandierare il freno quando viene azionato. Fantascienza !!!
Ho visto dei freni uguali a questi solo in un'altra occasione; su di una Beltramo che il proprietario asserisce essere la bici personale di Lino Beltramo...due indizi fanno quasi una prova, ma purtroppo manca la "firma"


Manubrio e attacco Ambrosio in duralluminio, lunghezza attacco 70mm




In conclusione un grandissimo esercizio di bravura tecnica, utilizzato per creare un mezzo estremo.
Chiunque sia stato l'artista che lo ha realizzato merita tutto il mio rispetto e ammirazione !

venerdì 23 ottobre 2015

Cervino !!



Eccomi a riparlare di un argomento di cui avevo pubblicato già un post,
il cambio Cervino di Tommaso Nieddu.
Ho acquisito nuove informazioni e documenti che mi permettono di trattare l'argomento in maniera più approfondita.
Avevo definito il Cervino "figlio" del Super Champion di Oscar Egg (anche se di copie del S.C. in quegli anni ne hanno fatte parecchie ) ma alla luce di un'analisi più approfondita è una definizione riduttiva.

 Se è vero che lo schema costruttivo è lo stesso, il Cervino è molto più complesso ed evoluto meccanicamente.











Ma andiamo per gradi : il brevetto viene depositato in Italia il 14 Luglio 1942 da Tommaso Nieddu ( all'estero viene depositato a nome dei figli Mario e Cesare )
di cui vediamo un disegno dei vari particolari.
Il cuore del sistema è il tendicatena, soluzione a cui Tommaso credeva fermamente venendo da dieci anni di successi importanti con il Vittoria e Vittoria Margherita,, tendicatena che ha la possibilità di essere bloccato in un qualsiasi punto della sua corsa.
L'idea non era affatto male, pensateci, un sistema che evitava le oscillazioni della catena. Mi spiego meglio...
L'operazione di cambiata si svolgeva in questo modo :
prima operazione, si sblocca il tendicatena con la prima levetta del comando, poi si aziona il deragliatore con la seconda levetta, infine si blocca nuovamente il tendicatana con la prima levetta.
Operazione un pò difficoltosa soprattutto quando si doveva esser rapidi....

Comunque capite che in un sistema come questo, con un braccio tendicatena così lungo (già decisamente più corto del S.C. ) era importantissimo non avere oscillazioni dello stesso, soprattutto considerando lo stato delle strade a qui tempi
.
 Presentato ufficialmente al salone del Ciclo di Milano del 1948 ( di cui un disegno di Daniel Rebour, comparso sulla rivista Le Cycliste ) aveva sicuramente avuto una gestazione negli anni precedenti.

Infatti sia nei disegni di Rebour che nelle foto della squadra Bartali che lo portò alla fama il deragliatore è del tipo azionato da una molla elicoidale, mentre un esemplare in mio possesso ed altri che ho visto in zona torinese, sono azionati da una molla a balestra.










Vediamo con le immagini le differenze fra le due versioni : la versione con molla a balestra ha anche la rotella del tendicatena più grande




Mentre il deragliatore con molla elicoidale e perno centrale ha un funzionamento intuibile, ecco come funziona l'altro modello.


Questo invece il modello usato nelle corse da Gino Bartali e tutta la sua squadra.
Da notare la forchetta imbullonata orientabile.











Un altro bellissimo disegno di Rebour, grandissimo illustratore del settore ciclo attivo tra gli anni 40 e tardi 70, sue le copertine dei cataloghi di molte case ciclistiche e di componenti, tra cui Campagnolo.
(dobbiamo a lui l'unica immagine del prototipo del cambio Gran Sport esistente )





 
Tommaso Nieddu era molto conosciuto nell'ambiente professionistico, avendo tutti i più grandi corridori del tempo usato il cambio Vittoria Margherita ed avendo seguito le corse per molti anni con la vettura assistenza
(famosa la pubblicità in cui è raffigurata la vettura assistenza, una Fiat 501 che fece appresso alle corse più di un milione e mezzo di chilometri )
  
Mette a frutto un colpaccio; Gino Bartali per la stagione 1949 crea una squadra che correrà con le bici che portano il suo nome, non avendo trovato un accordo con la Legnano.

In questa immagine, Gino Bartali ritratto con Mario Nieddu, figlio di Tommaso , all'arrivo vittorioso di Briancon nel Tour del 48.




Alcune immagini delle imprese di Bartali negli anni 1949 - 1950

Gino ed il suo fido gregario Corrieri (che vinse l'ultima tappa allo sprint ) nel giro d'onore al Tour del 1949


Gino e Fausto




















Questi i migliori risultati di Gino Bartali con il cambio Cervino

Giro d'Italia 1949   secondo
                    1950   secondo

Tour de France  1949    secondo
                           1950    clamoroso ritiro

Giro della Svizzera Romanda 1949    primo

Milano Sanremo 1950  primo

Giro della Toscana 1950  primo

su http://ruotedicarta.blogspot.it/search/label/Cambio%20Cervino
le istruzioni d'uso



Tommaso Nieddu fonda, insieme ad alcuni soci, nel 1947, la "Cervino Brevetti Ciclo" con sede in via Aquila 1 a Torino, dove tra gli altri, lavora dal 1949 al 1950, Guido Messina (che in quegli stessi anni usa il Cervino nell'attività su strada)  prima di intraprendere la carriera professionistica che lo porterà a conquistare molte soddisfazioni.

L'azienda dopo le due grandi stagioni con la squadra Bartali, conosce un rapido declino superata dall'evoluzione tecnologica, con l'introduzione del cambio a parallelogramma deformabile e verrà chiusa nel Novembre del 1952.
Tommaso e suo figlio Mario però non si arrendono e tireranno fuori dal cilindro, altri prodotti che segneranno la storia del ciclismo.

Ma questa è un'altra storia


 Francesco Di Sario




Un ringraziamento particolare a Duilio Nieddu per avermi fornito materiale prezioso dall'archivio di famiglia.


Bibliografia

F. Berto - The Dancing Chain
Rebour - The Bicycle Illustration of Daniel Rebour
The Data Book
P. Alberati - Mille diavoli in corpo
A.Bartali - Gino Bartali, mio papà
A.Bainbridge - Bartali and the Cervino

Ringrazio Guido Messina per la conversazione